La protezione degli adulti nel diritto internazionale privato.

Autor: Pietro Franzina
Editorial: Cedam
Fecha: 01/01/2013
Comentario

Pietro Franzina, La protezione degli adulti nel diritto internazionale privato, CEDAM.

La protezione degli adulti nel diritto internazionale privato

Con l’innalzamento dell’età media della popolazione cresce il numero delle persone che soffrono di forme più o meno severe di decadimento cognitivo e sperimentano in relazione a ciò una perdita di autonomia.Di fronte a situazioni di vulnerabilità di questo genere (e a quelle, egualmente caratterizzate da una limitata autonomia della persona, connesse a patologie di altra natura, a traumi cerebrali etc.), gli ordinamenti giuridici statali predispongono delle misure di protezione variamente configurate, implicanti il più delle volte la designazione di un soggetto – amministratore di sostegno, tutore etc. – incaricato di assistere l’interessato nel compimento di determinati atti o di sostituirsi senz’altro ad esso nell’attività negoziale. L’accresciuta mobilità delle individui attraverso le frontiere aumenta la probabilità che situazioni come quelle appena descritte si presentino caratterizzate da elementi di internazionalità. Il libro affronta le questioni che sorgono in questo scenario – l’individuazione del giudice competente e della legge applicabile, il riconoscimento delle decisioni straniere, la cooperazione fra autorità amministrative di Stati diversi – illustrando le risposte ad esse fornite dalle regole di diritto internazionale privato e processuale attualmente applicabili in Italia. L’indagine mira a stabilire se tali regole siano coerenti in ogni loro aspetto con i valori sottesi alle norme sui diritti fondamentali delle persone con disabilità – riferimento oggi ineludibile per valutare le strategie adottate dagli Stati in rapporto a vulnerabilità di questo tipo – e se siano in grado di assicurare la piena realizzazione di quei diritti anche nelle situazioni a carattere transnazionale. In questa prospettiva, la disciplina esaminata viene posta a raffronto con le soluzioni accolte nella Convenzione dell’Aja del 13 gennaio 2000 sulla protezione internazionale degli adulti, che l’Italia, pur avendo firmato oltre quattro anni or sono, non ha sin qui provveduto a ratificare.

Índice del libro (pdf):
Introduzione
1. La protezione degli adulti vulnerabili perché privi in tutto o in parte di autonomia: l’accresciuta rilevanza sociale del fenomeno e la varietà degli approcci seguiti negli ordinamenti statali
2. L’oggetto dell’indagine: le questioni suscitate dalla protezione degli adulti nelle situazioni caratterizzate da elementi di internazionalità e le risposte offerte a tali questioni dalle norme di diritto internazionale privato e processuale applicabili in Italia
3. L’angolatura prospettica da cui il tema oggetto dell’indagine verrà affrontato: la dimensione «privatistica» della protezione degli adulti come parte integrante della tutela dei diritti fondamentali delle persone con disabilità, quali risultano stabiliti dalla Costituzione, dal diritto internazionale e dal diritto dell’Unione europea
4. Lo scopo della ricerca: accertare se la disciplina internazionalprivatistica applicabile in Italia in tema di protezione dei maggiorenni sia coerente con i diritti fondamentali delle persone con disabilità e sia in grado di assicurarne la piena realizzazione
5. Il metodo: il raffronto con la Convenzione dell’Aja del 13 gennaio 2000 sulla protezione internazionale degli adulti
6. Articolazione dell’indagine

Capitolo I - La protezione internazionale degli adulti nell’orizzonte dei diritti umani
1. La disabilità vista dalla prospettiva del diritto: dal modello assistenziale al paradigma personalista
2. La dimensione privatistica della protezione degli adulti secondo l’approccio personalista: i principi di autonomia, inclusione sociale, non discriminazione e protezione attiva
3. Il problema della privazione, o compressione, della capacità d’agire alla luce dei principi sopra evocati
4. (Segue). Parametri sostanziali e garanzie procedurali delle misure implicanti una limitazione della capacità d’agire
5. L’adulto vulnerabile nel contesto transnazionale: la «necessità» del diritto internazionale privato in funzione della piena realizzazione dei diritti delle persone con disabilità
6. (Segue). Le esigenze di fondo che le norme di diritto internazionale privato sono chiamate a soddisfare per concorrere alla salvaguardia dei diritti fondamentali delle persone con disabilità: la continuità spaziale nella regolamentazione delle situazioni connesse alla protezione degli adulti e l’efficace accomodamento della diversità delle esperienze giuridiche
7. (Segue). I parametri di valutazione della congruità delle norme internazionalprivatistiche sulla protezione degli adulti: una ricognizione di insieme alla luce dei rilievi svolti nel capitolo

Capitolo II - Le coordinate essenziali del problema internazionalprivatistico della protezione degli adulti
1. Le principali questioni cui è confrontata la regolamentazione internazionalprivatistica della protezione degli adulti, a prescindere dalle opzioni assiologiche e di metodo che la ispirano
2. La natura giuridica della protezione degli adulti, tra statuto personale e considerazioni patrimoniali
3. Il perimetro della «protezione degli adulti» e la costruzione in chiave funzionalmente unitaria della categoria
4. Il coordinamento fra la protezione degli adulti e le figure giuridiche ad essa collegate o contigue; in particolare i rapporti fra protezione e capacità e fra protezione del minore e dell’adulto
5. L’interazione fra la dimensione sostanziale e quella processuale della protezione degli adulti
6. L’attitudine alla durata della protezione dell’adulto e la garanzia della «stabilità» della regolamentazione internazionalprivatistica
7. Unità, efficacia ed efficienza della protezione internazionale degli adulti

Capitolo III - L’ambito della giurisdizione italiana in materia di protezione degli adulti
1. Le fonti ed il loro coordinamento
A. La Convenzione dell’Aja del 1905
2. L’ambito di applicazione della Convenzione
3. La competenza «ordinaria» delle autorità dello Stato di cittadinanza dell’adulto
4. La competenza sussidiaria delle autorità dello Stato in cui si trovano l’adulto o i suoi beni e quella delle autorità dello Stato della residenza abituale dell’adulto
5. La competenza a disporre la revoca del regime di protezione
B. La disciplina di diritto comune
6. Il regime anteriore alla riforma
7. L’art. 44 della legge n. 218/1995: la portata applicativa della norma
8. Il rinvio ai criteri generali in tema di giurisdizione contenziosa e volontaria: considerazioni introduttive
9. (Segue). Il discrimine fra giurisdizione contenziosa e giurisdizione volontaria secondo la legge di riforma
10. (Segue). La qualificazione differenziata dei procedimenti in materia di protezione degli adulti
11. (Segue). I singoli titoli di giurisdizione resi disponibili dall’art. 44, 1° comma, prima frase, della legge n. 218/1995
12. Il titolo di giurisdizione autonomo relativo alle misure di protezione urgenti e a carattere provvisorio
13. La competenza a modificare e integrare i provvedimenti stranieri in materia di capacità secondo l’art. 44, 2° comma, della legge n. 218/1995
14. L’accertamento del titolo di giurisdizione e il coordinamento con eventuali procedimenti stranieri volti alla protezione della medesima persona
C. Apprezzamento critico del quadro esaminato
15. La giurisdizione in materia di protezione degli adulti fra affermazione della sovranità statale e centralità dell’individuo
16. La pluralità dei titoli di giurisdizione ed il loro coordinamento
17. Le ragioni «materiali» di una disciplina internazionalmente uniforme della giurisdizione

Capitolo IV - La legge applicabile alle misure di protezione degli adulti
1. Le fonti ed il loro coordinamento
A. La Convenzione dell’Aja del 1905
2. La sfera applicativa delle norme di conflitto della Convenzione e l’attitudine delle stesse a designare esclusivamente la legge di uno Stato contraente
3. La regola principale: il richiamo della lex patriae dell’adulto
4. L’applicabilità in via sussidiaria della legge del paese di residenza abituale dell’adulto
5. La sostanziale assenza di norme di funzionamento uniformi, ancillari alle regole di conflitto; in particolare, il problema della ammissibilità dell’eccezione di ordine pubblico e la rilevanza delle norme di applicazione necessaria
B. La disciplina di diritto comune
6. Il regime anteriore alla riforma
7. L’art. 43 della legge n. 218/1995: considerazioni introduttive
8. La portata applicativa della norma ; in particolare, i patrimoni asserviti a uno scopo protettivo e i mandati in previsione di una perdita di autonomia
9. Le questioni regolate dalla legge designata in forza dell’art. 43 e il problema dei rapporti fra legge regolatrice della capacità e legge regolatrice della protezione
10. Il richiamo in via ordinaria della lex patriae; il rinvio, il richiamo di ordinamenti plurilegislativi, l’accertamento del diritto richiamato, l’adattamento
11. L’applicazione della legge italiana alle misure provvisorie
12. Limiti al funzionamento delle norme di conflitto in materia di protezione
C. Apprezzamento critico del quadro esaminato
13. L’opportunità di una riconsiderazione, in nome del principio di inclusione sociale, del rilievo rivestito dalla cittadinanza nella soluzione dei conflitti di leggi in tema di protezione degli adulti
14. L’applicabilità del diritto straniero nell’ottica della efficacia e della efficienza della protezione
15. L’autonomia della persona disabile e la sua proiezione sul terreno dei conflitti di leggi

Capitolo V - L’efficacia delle decisioni straniere in materia di protezione degli adulti
1. Le fonti ed il loro coordinamento
A. La Convenzione dell’Aja del 1905
2. L’ambito di applicazione delle norme della Convenzione in materia di riconoscimento delle decisioni straniere
3. Il riconoscimento «automatico» negli Stati contraenti delle decisioni rese in un altro Stato contraente in conformità con le norme uniformi attributive della giurisdizione
4. La mancata previsione di cause ostative del riconoscimento: il ruolo dell’ordine pubblico «di protezione»
B. Gli accordi bilaterali
5. Ricognizione d’insieme della normativa pattizia a carattere bilaterale applicabile al riconoscimento delle decisioni in materia di protezione degli adulti: principali caratteristiche comuni ai vari accordi
C. La disciplina di diritto comune
6. Il regime anteriore alla riforma
7. Quadro di insieme della normativa attuale
8. L’applicabilità, rispettivamente, degli articoli 64, 65 e 66 della legge n. 218/1995 alle diverse decisioni in materia di protezione degli adulti
9. Le condizioni per il riconoscimento delle sentenze straniere in materia di protezione ai sensi dell’art. 64 della legge n. 218/1995
10. Il riconoscimento dei provvedimenti stranieri in materia di «capacità delle persone» ai sensi dell’art. 65 della legge
11. Il riconoscimento dei provvedimenti stranieri di giurisdizione volontaria a norma dell’art. 66 della legge n. 218/1995
12. I procedimenti relativi all’efficacia delle decisioni straniere in materia di protezione degli adulti
D. Apprezzamento critico del quadro esaminato
13. Le norme sul riconoscimento delle decisioni e degli atti stranieri quale strumento di protezione dell’adulto
14. Efficacia della protezione e unificazione internazionale delle norme sul riconoscimento delle decisioni

Capitolo VI - La cooperazione amministrativa in materia di protezione degli adulti
1. Il ruolo delle autorità amministrative nella protezione degli adulti
2. L’offuscarsi della distinzione fra diritto pubblico e diritto privato negli ordinamenti interni e nel diritto internazionale privato
A. La disciplina di diritto comune 3. L’assenza, in Italia, di norme suscettibili di assicurare la cooperazione amministrativa nel settore della protezione degli adulti
B. Apprezzamento critico del quadro esaminato
4. La cooperazione amministrativa nell’ottica della tutela dei diritti fondamentali delle persone con disabilità e le ragioni dell’istituzione di una cornice normativa internazionalmente uniforme volta a favorirne lo sviluppo

CONCLUSIONI
1. Le criticità dell’attuale disciplina internazionalprivatistica applicabile in Italia in materia di protezione degli adulti: uno sguardo di insieme
2. L’insufficienza dei soli strumenti dell’interpretazione per porre rimedio alle rilevate criticità
3. L’auspicabile ratifica della Convenzione dell’Aja del 2000
4. Il possibile ruolo dell’Unione europea nel futuro della protezione internazionale degli adulti

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